Equilibrio nella coscienza, parte 1
Trascrizione dell’intervista video a Claudio Naranjo realizzata nel 1993 dalla rivista argentina TU MISMO.
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Claudio Naranjo è uno specialista nato in Chile, trapiantato negli Stati Uniti da tanti anni. Si reca frequentemente in Spagna ma ora è nel nostro paese, invitato dall’ Associazione Gestaltica di Buenos Aires, Rio Abierto, il Centro Educacional Gestalt de Buenos Aires e la casa editrice Era Naciente, per indire una serie di seminari e anche di conferenze: “I mali del mondo”, “Le perturbazioni dell’amore”, “De-condizionamento dalla programmazione emozionale infantile”, ”Il processo Hoffman Fischer Naranjo”,”Meditazione e musica”, “L’introduzione all’auto-conoscenza alla luce dell’Enneagramma”. Tutta una serie di attività che è molto poco conosciuta nel nostro paese e di cui avremo il piacere di parlare direttamente con il dottor Naranjo. Tra qualche istante potrete osservare la profondità della sua conoscenza e del sapere che ci arrivano attraverso questo approccio, visto che non è molto usuale avere la possibilità di conoscerlo in maniera così diretta. Ci accompagnate?
In primo luogo Dottor Naranjo grazie mille per averci ricevuto. Lei è alla sua prima giornata nel nostro paese per sviluppare una serie di attività. Vorrei che ci raccontasse come sarà il suo lavoro in questi seminari davvero intensi, affinché la gente e soprattutto i terapeuti scoprano un sapere che abitualmente non arriva nel nostro paese.
CN: Si sono riunite varie associazioni per invitarmi, e ciò che ho proposto loro era di dedicare 10 giorni a un insieme di attività che risultano essere, e sono, come la cristallizzazione di un lungo lavoro di “miniaturizzazione”, “miniaturizzazione” progressiva di un approccio decisamente integrativo che riunisce elementi che vanno dalla spiritualità al lavoro corporeo. E gli organizzatori hanno pensato che fosse meglio, per farmi conoscere, frammentare questo “collage” in segmenti che potessero coinvolgere specificatamente diverse persone, quelle con più interesse per la meditazione piuttosto che quelle interessate al lavoro terapeutico o più specificatamente a uno dei miei ultimi contributi, cioè la divulgazione di una teoria psicologica che viene dal Medio Oriente intorno all’applicazione dell’Enneagramma alla personalità.
Allora delle due attività che si svolgeranno in due fine settimana estesi, saranno 4 o 5 giorni rispettivamente, una riguarderà l’Enneagramma, o Protoanalisi come di solito lo si denomina, che e’ un modo di intendere la personalità e una forma di lavoro di queste idee che ho sviluppato nel corso degli ultimi 20 anni.
L’altro fine settimana che sarà esteso in realtà a 5 giorni, sarà dedicato al processo Fischer Hoffman o processo delle “quattro figure interne”, che non è ancora arrivato in Argentina, creato da un americano, lavoro col quale io ho avuto molto a che fare perché sono stato il primo a utilizzarlo nei gruppi e condensarlo in un formato “maratona”, come si suol dire. E questo è un lavoro che ha a che fare in realtà col recuperare la capacità amorosa verso se stessi e nei confronti di altre persone attraverso la pulitura di molti dei residui nevrotici della relazione con i propri genitori. è in realtà come un riaprire molte delle ferite che ha la relazione con i propri genitori, per poter, dopo aver vissuto il dolore e l’ira ancora latenti in rapporto a questo, passare al perdono, per poter arrivare veramente a perdonare questi genitori interni che abbiamo tutti, un padre e una madre annidati dentro la psiche, che impediscono l’accettazione di se stessi.
Possiamo cominciare con lo spiegare l’enneagramma, questo ponte che si apre tra oriente e occidente? Cos’è?
CN: è una visione della personalità umana, che analizza quali sono le motivazioni nevrotiche fondamentali. In psicologia ancora prima, esisteva il concetto freudiano delle vicissitudini degli istinti, del blocco dell’istintività. E in questo l’Enneagramma è un concetto coerente con la psicoanalisi, entrambe considerano il problema come una camicia di forza addosso alla spontaneità. Ma nell’approccio dell’Enneagramma si riconoscono come motivazioni nevrotiche fondamentali le stesse che appaiono nei peccati capitali della tradizione cristiana, più altre due. I sette peccati tipici, l’orgoglio, l’invidia, ecc, che tutti conosciamo e che la psicologia va studiando sempre di più da quando Melanie Klein ha scritto così abbondantemente sull’invidia e Karen Horney sull’orgoglio… peccati che sono molto conosciuti dalla psicologia attuale, anche se non sono pietre angolari della teoria.
E in più altri due, che sono come l’armatura fondamentale dell’ Ego secondo questa visione, e cioè la Paura e la Vanità, o per dirla meglio, la Falsità, intesa come auto-mascheramento, mancanza di autenticità.
Anche se si riconosce un centro emozionale di nove componenti in accordo con questo Enneagramma, che consiste in un sistema interattivo che mette in relazione tra di loro nove diversi apici di una stella a nove punte, in certo qual modo, una sorta di un meccanismo a orologeria, anche se sono in nove, l’idea e’ che in ognuno predomina uno di questi nove secondo il tipo di persona.
è un po’ come nella Divina Commedia di Dante, in cui esiste il girone infernale degli avari o quello degli iracondi, ecc., e allo stesso modo in ognuno esiste un inferno personale, un purgatorio personale e la potenzialità di arrivare anche, attraverso una purificazione o una trasformazione di energia, a un paradiso personale, a una forma di esperienza culmine.
C’è un parallelo abbastanza marcato con ciò che, in alcuni settori della Teosofia per esempio, viene chiamato teoria dei “Sette Raggi”, è curioso questo…
CN: Si,è una visione molto antica, si dice che l’ Enneagramma abbia origine nell’antica Babilonia e che il “Settenario” sia inserito in questa polarità di due componenti, che sono come le coordinate soggiacenti.
Se dovessimo fare, credo che sia un po’ difficile ma la invito a farla comunque, la sintesi del metodo Fischer Hoffman, che cosa direbbe rispetto all’impostazione di questo approccio che Lei ha arricchito in modo particolare?
CN: Diciamo che il processo parte dal concetto che il mondo ha un problema amoroso, il problema di non aver ricevuto una quantità sufficiente dell’abbondante amore che si suppone ci sia nel mondo. Viviamo in un’epoca oscura, in una Kali Yuga (periodo oscuro), in un’epoca di deficit amoroso, molto più di quanto si riconosca. C’è molta gente che dice di avere avuto un’infanzia felice fondamentalmente, che vuol bene o a suo padre o a sua madre, ma di sicuro non vuol bene a uno dei due; ce n’è uno però a cui vuol bene, e se si guarda più profondamente risulta che generalmente si dà la colpa a uno dei due dei propri problemi, questo perché abbiamo bisogno di vedere in bianco e nero, di idealizzare un genitore uno per denigrare l’altro.
Ma poi la cosa non è così soddisfacente come sembra e se si guarda da vicino ci sono molti più problemi. E quindi aveva ragione Freud quando prospetta l’idea della nevrosi universale, dicendo che tutto il mondo soffre di una patologia che ha a che fare con le esperienze avute durante la prima infanzia e perpetuate generazione dopo generazione. Esiste una piaga emozionale, come diceva Wilhelm Reich, che si trasmette attraverso il tempo.